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PASTORALE DEI MALATI

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L a malattia rivela la fragilità di ogni persona. Ne mette in risalto i limiti. Porta a confrontarsi col mistero del dolore. Proprio per questo motivo la grandezza dell'uomo si manifesta nel prendersi cura della persona sofferente. Non è un numero. Non è un letto. Non è una patologia, è una persona che soffre. Se da un lato la scienza fa progressi incredibili a vantaggio della salute, è anche vero che tutto questo percorso deve rivelare sempre un'umanità ricca, un'attenzione premurosa, una delicatezza tenera nei confronti di chi si trova disarmato, affidato all'attenzione di chi se ne prende cura, sempre dipendente dall'interessamento di un altro. La Pastorale della Salute se da un lato presta attenzione ai malati delle nostre case, alla loro età anziana, dall'altro favorisce una mentalità, frutto di educazione, fatta di persone, di nomi, di cognomi, di famiglie sofferenti. Curare non solo il corpo ma anche lo spirito, il morale, la fiducia di chi soffre è compito di un'azione umana ed evangelica. I sacerdoti, coloro che collaborano a questo servizio, non possono disattendere la premura verso i malati delle loro comunità.Non cè nulla che possa venire prima  di un'attenzione delicata, come insegna il samaritano della parabola. Un prete e la sua comunità devono mettere al primo posto delle loro scelte pastorali, questo aspetto della vita. Diversamente tutto è trasformato in mestiere. Tutte le altre attività vengono prima, mentre coloro che ad ogni istante ci rivelano il volto sofferente di Gesù,  contano molto poco. Noi stessi rischiamo di disattendere l'atto di fede che ci suggerisce Gesù: "Ciò che avrai fatto al sofferente, all'indifeso, all'ultimo, l'hai fatto a me".

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